lunedì 15 agosto 2016

La caverna - José Saramago



"E' la vigilia che noi portiamo a ogni giorno che viviamo..."


"Autoritarie, paralizzanti, circolari e a volte ellittiche, le frasi a effetto sono una piaga maligna,(…) tra le peggiori che hanno infestato il mondo. Diciamo ai confusi Conosci te stesso, come se conoscere se stessi non fosse la quinta e più difficile operazione delle aritmetiche umane; diciamo agli abulici Volere è potere, come se le realtà bestiali del mondo non si divertissero a invertire tutti i giorni la posizione relativa dei verbi, diciamo agli indecisi Comincia dal principio, come se questo principio fosse un capo sempre visibile di un filo male arrotolato e che bastasse tirare e continuare a tirare per giungere all’altro capo…"

La caverna” di Saramago: un altro viaggio surreale dell’autore portoghese, in cui un evento banale scatena, a cascata, una serie di situazioni improbabili, allucinanti.
Unica e inimitabile, come sempre, la sua scrittura, caratterizzata da concetti ripetuti, ripresi, rielaborati, e da scene dai ritmi lenti, statici, fotografici, perché “ a paragone con la velocità istantanea del pensiero, che prosegue in linea retta fino a quando sembra aver smarrito il nord( ma lo crediamo noi perché non capiamo che il pensiero, correndo in una direzione, sta avanzando verso tutte le direzioni) …dicevamo, a paragone, la povera parola ha sempre bisogno di chiedere il permesso a un piede per far avanzare l’altro, eppure inciampa continuamente, esita, s’intrattiene a girare attorno ad un aggettivo, a un tempo verbale…"

Cipriano Algor e Marçal Gacho sono i due protagonisti maschili e “ come si sarà notato, sia l’uno che l’altro hanno appiccicati al nome proprio dei cognomi insoliti di cui ignorano le origini, il significato, la ragione. La cosa più probabile è che si dispiacerebbero se mai giungessero a sapere che algor significa freddo intenso nel corpo, preannuncio di febbre, e che gacho è né più né meno la parte del collo del bue su cui poggia il giogo”.

La vita di Cipriano, un vasaio che fornisce il suo vasellame al “Centro”, cambia improvvisamente quando si vede rifiutare, senza possibilità di replica, l’ultima  fornitura.
Il Centro è un'enorme comunità in cui pare tutti ambiscano andare a vivere, in cui tutto è programmato, perfetto, plastico ( il rimando al G.F. di Orwell è immediato). Il Centro    inghiottisce vite ed emozioni e genera leggi, regolamenti, protocolli, slogan.
Per sopravvivere il vasaio è costretto a trasferirsi proprio in questo luogo con la figlia e il genero , che qui vi lavora come vigilante. 
I suoi sotterranei celano una caverna: Platone e il suo mito rischiano di essere impacchettati e rivenduti come nuova, sensazionale, attrazione turistica, mentre Cipriano compirà la sua scelta.

a.t.