mercoledì 8 agosto 2018

Berta Isla - Javier Marias



L'accettazione della scomparsa non è immediata. Non lo è mai.





(...)...neppure quando vediamo morire qualcuno con i nostri occhi e vediamo il suo corpo immobile e silenzioso e lo vegliamo e lo seppelliamo secondo tutte le regole, passo dopo passo... (...). Addirittura in questi casi, che sono i più normali, per un lunghissimo periodo l'assenza è sentita come transitoria, come qualcosa che prima o poi dovrà finire. Si ha la sensazione che la fine di una persona vicina e amata, che fa parte della nostra vita esattamente come l'aria, sia come una specie di falso allarme o di uno scherzo o di finzione, una montatura o il frutto delle nostre fantasie più paurose, e per questo il sonno spesso ci confonde: sogniamo il defunto, lo vediamo muoversi (...) e al risveglio ci pare che si sia solo nascosto e debba ricomparire (...). La ragione non è capace di accettare l'idea della estinzione o il concetto di "per sempre", che con tanta disinvoltura usiamo nel linguaggio di tutti i giorni. "Per sempre" fa riferimento al futuro, nella nostra concezione comune, ma "sempre" comprende in realtà anche il passato, e questo non si estingue mai, non si cancella mai del tutto. Poi (...) viene un giorno in cui cominciamo a domandarci se sia mai esistito, se mai sia stato presente (...).
"Questa è la morte dell'aria", adesso è morto davvero. (...) - J. Marias - Berta Isla

Nessun commento:

Posta un commento