mercoledì 17 febbraio 2016

Hermann Hesse - Demian

"Eppure, non volevo tentar di vivere se non ciò che spontaneamente voleva erompere da me.
Perché era tanto mai difficile?”


Demian , un libro ricco di significati e di simboli; un mosaico incentrato sulla crisi esistenziale, intesa non come sconfitta, ma come cambiamento, elevazione.
L’ apertura del romanzo è un inno alla vita e all’irripetibilità di ogni essere umano.
Ogni uomo però non è soltanto lui stesso; è anche il punto unico, particolarissimo, in ogni caso importante, curioso, dove i fenomeni del mondo s’incrociano una volta sola, senza ripetizione” .
Il concetto viene poi ribadito poche righe dopo, laddove il fulcro dell’esistenza di ogni uomo si identifica con il personale “mettersi in gioco” :
La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero. ..Tutti noi abbiamo in comune le origini, le madri, tutti veniamo dallo stesso abisso: ma ognuno, tentativo e rincorsa dalle profondità, tende alla propria meta. Possiamo comprenderci l’un l’altro, ma ognuno può interpretare soltanto se stesso”.
E ancora : ”ciò che la natura vuole dall’uomo sta scritto in ognuno, in me in te” .

Il filo conduttore di tutto il romanzo è il concetto di “cammino”, da intendersi principalmente come ricerca dell’Io, scisso fra il bene e il male, fra il sentirsi “parte” e l’esser “esclusi.
Il cammino è quello che intraprende il protagonista, che a soli dieci anni si scontra con due mondi che convivono fra le mura in cui abita.
Molti sperimentano la morte e la rinascita, che sono il nostro destino, una volta sola nella vita, quando cioè l’infanzia si decompone e lentamente crolla.” … “Due mondi vi si confondevano e da due poli arrivavano il giorno e la notte.”
Da una parte una madre, un padre con  il loro rigore morale, la parola della Bibbia  quotidianamente vissuta e imposta, il senso di perfezione e di sicurezza proprio del focolare domestico.
 Dall’altra, le storie di spiriti, le voci di scandali, la dissolutezza, gli incontri che sconvolgono la vita.

Così cadono le fronde intorno all'albero in autunno: esso non ne sa nulla, la pioggia lo bagna o lo colpisce il sole o il gelo, la vita gli si ritrae lentamente in uno spazio minimo e intimo. Esso non muore. Aspetta.”

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