martedì 16 febbraio 2016

Primo Levi

"La memoria umana è uno strumento meraviglioso, ma fallace. " - I sommersi e i salvati


Leggere Levi con la distanza e l'obiettività che dovrebbe contraddistinguere chi non ha vissuto il suo dramma è impossibile. E' come se il peso delle colpe passate continuassero a gravare in una perpetua ripetizione.
La sua scrittura precisa, austera, essenziale, colpisce in pieno viso.
Alle mille domande che il lettore si appunta, Levi risponde in modo diretto. I dubbi, i vuoti, i perchè sono catalogati, con la stessa ossessiva precisione con cui le SS contabilizzavano i prigionieri, prima di decretarne il destino.

"I sommersi e i salvati" funge forse da riepilogo generale: i Lager vengono sezionati, studiate le dinamiche fra aguzzini e vittime, fra vittime e vittime.
Perchè l'Olocausto? Perchè non vi fu ribellione da parte degli Ebrei? Davvero la gente comune non sapeva? Chi erano gli aguzzini? 

Così precisa nel capitolo conclusivo " Il termine "aguzzini "  fa pensare  a individui distorti, nati male, sadici...invece erano fatti della nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, avevano il nostro viso, ma erano stati educati male:...alcuni fanaticamente convinti del verbo nazista, molti indifferenti, o paurosi di punizioni, o desiderosi di fare carriera....Tutti avevano subito la terrificante diseducazione fornita e imposta dalla scuola quale era stata voluta da Hitler... Alcuni, pochissimi per la verità, ebbero ripensamenti, chiesero il trasferimento al fronte....o scelsero il suicidio....dietro la loro responsabilità sta quella della maggioranza dei tedeschi, che ha accettato all'inizio, per pigrizia mentale, per calcolo miope, per stupidità, per orgoglio nazionale, le belle parole del caporale Hitler, lo ha seguito finché la fortuna e la mancanza di scrupoli lo hanno favorito, è stata travolta dalla sua rovina, funestata da lutti, miseria e rimorsi e riabilitata  pochi anni dopo,  per uno spregiudicato gioco politico."




"Coloro che hanno sperimentato la prigionia ( e, molto più in generale, tutti gli individui che hanno attraversato esperienze severe) si dividono in due categorie ben distinte, con rare sfumature intermedie: quelli che tacciono e quelli che raccontano. Entrambi obbediscono a valide ragioni..." - I sommersi e i salvati -


























da I sommersi e i salvati
Jéan Améry-filosofo (Hans Mayer). Così ne parla Levi:" a lui di essere ebreo non importa, ma per i nazisti le sue opinioni e tendenze non hanno alcun peso: la sola cosa che conti è il sangue, ed il suo è impuro quanto basta per farne un nemico del germanesimo".

Riferendosi poi al tema del suicidio nel 1896 scrive   che "gli scopi della vita sono la difesa ottima contro la morte, non solo nel Lager" . 
 Perché, dunque, nell' aprile dell' 87  Primo Levi si uccide?

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