domenica 14 febbraio 2016

Le rane - Mo Yan

rana e neonato in cinese hanno lo stesso suono – wa “




A volte penso che la scelta di un libro risponda alle stesse leggi che regolano l’amore. Colpo di fulmine, curiosità, emozione e, talvolta , anche delusione. Ho iniziato la lettura di questo testo compiendo il classico salto nel vuoto: poco conosco della Cina, ancora meno ciò che riguarda la sua recente storia politica.
L’autore: nel 2012 riceve un premio Nobel per la letteratura che crea non pochi imbarazzi. 
Mo Yan: uno scrittore che sceglie come pseudonimo due parole, “NON PARLARE” : l’esatto opposto del narrare. 
La motivazione del premio: “ l’ allucinante realismo” delle sue opere, nelle quali, però, la denuncia degli orrori e degli errori commessi dalla Rivoluzione Culturale non mi è parsa affatto gridata, ma anzi sospesa fra le righe. Una fotografia senza ritocchi post produzione.

Leggo:
(…) Nell’autunno del 1962, il raccolto di patate dolci nei duemila ettari della zona a N-E di Gaomi fu eccezionale…Dopo due mesi di scorpacciate di patate, praticamente tutte le donne del villaggio rimasero incinte. All’inizio del 1963 assistemmo al primo boom demografico dopo la Liberazione. Nei 48 villaggi della nostra comune popolare nacquero 2868 bambini. Mia zia li chiamò “ i figlie delle patate dolci”….Quando i genitori andavano alla comune popolare a registrare la nascita dei “figli delle patate dolci” ricevevano un buono per 5 metri di stoffa e un litro di olio di semi di soia. …L’impennata demografica della fine del 1965 mise le autorità sotto pressione. Iniziò la prima ondata di controllo delle nascite dalla fondazione della nuova Cina. Il governo lanciò lo slogan: uno non è poco, due sono giusti, tre sono troppi(…)”.
Da qui “l’allucinante realismo” del racconto prende vita.
Il protagonista, vittima e carnefice di una crudele ragione di stato, scrive “(…)ho voluto, attraverso la narrazione, confessare le mie colpe nella speranza di alleviare il peso dei miei peccati. …La scrittura può essere una forma di riscatto ed è per questo che continuerò a scrivere.(…)” , ma la sua denuncia resta sempre velata dalla inevitabilità dei fatti. 
Le rane: perché questo titolo? (…)”rana e neonato in cinese hanno lo stesso suono – wa “.
La zia-ostetrica aveva fatto nascere migliaia di bambini, per diventare poi la mano del boia, colei che costringeva le donne del distretto ad abortire. Una notte la sua inattaccabile fede al regime viene minata dal gracidio delle rane. 
Null’altro aggiungo.

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